Storia del Santuario di Genazzano

 

Storia del Santuario di Genazzano (Buon Consiglio n° 1. anno 11/1998)

La Madonna del Buon Consiglio è venerata in particolar modo nel Santuario di Genazzano, nel Lazio, sulla strada che da Palestrina va a Fiuggi ove giunse, in maniera miracolosa, un’immagine della S. Vergine, come è attestato da documenti storici.

Nella prima metà del XV secolo, viveva a Genazzano una coppia di sposi, Antonio Polani e la moglie, la Beata Petruccia. Entrambi erano devotissimi oltre che benefattori dei religiosi agostiniani che officiavano la chiesa di S. Maria del Buon Consiglio a Genazzano. Il marito era procuratore degli agostiniani e godeva della loro massima fiducia ed affetto. Petruccia, terziaria (o mantellata) agostiniana, rimasta vedova nel 1426 all’età di 39 anni, dedicò tutta la sua vita alla preghiera ed alle opere di pietà. Poiché la chiesa degli agostiniani era in cattivo stato, ebbe l’idea di restaurarla, dando fondo a tutti i suoi beni, vendendo anche la sua casa nel 1451. Racconta di lei lo storico P. Ambrogio da Cori, che conobbe i testimoni degli avvenimenti: «Tutto ciò che possedeva lo spese per riparare la nostra chiesa, mettendo così in pratica il consiglio di Cristo: Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che hai, dallo ai poveri, e seguimi… Poiché la sua proprietà non era sufficiente per completare il lavoro di restauro, la gente cominciò a deriderla. Ma lei tranquillamente rassicurava: “Non vi preoccupate, figlioli miei; prima che io muoia la beata Vergine e S. Agostino porteranno a termine i lavori di riparazione della chiesa stessa”. La profezia ebbe compimento in modo meraviglioso» (1). Solo la Santa Vergine poteva ispirarle in quei momenti difficili la totale confidenza nella riuscita dell’opera intrapresa.

La Madonna di Scutari

A Scutari, piccola città dell’Albania che si trova su una collina circondata dai fiumi Drina e Bojana, da tempo immemorabile era venerata un’immagine miracolosa della Madonna: tutti i cattolici ricorrevano ad essa, specie nei momenti più difficili. “La presenza della straordinaria immagine risulta da fonti documentarie a partire dai primi decenni del XIII secolo, nello stesso periodo in cui molte provincie albanesi si stavano convertendo al Cristianesimo. La tradizione vuole che essa sia stata portata dall’oriente da mani angeliche… La miracolosa Madonna s’impose presto come Patrona dell’Albania e il suo Santuario divenne rapidamente il maggior centro di devozione religiosa del Paese, beneficandone gli abitanti con un profluvio di grazie” (2).

Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, figlio di Giovanni signore di Kroia, è l’eroe cattolico dell’Albania, vissuto anch’egli nel XV secolo. Prigioniero dall’età di nove anni del sultano turco Amurath II, riuscì a liberarsi vent’anni dopo durante una campagna militare. Con gran coraggio scacciò i turchi dall’Albania, e così la religione cattolica poté nuovamente essere praticata liberamente in quel paese. Il suo valore era dovuto soprattutto alle virtù, particolarmente la purezza, che «aveva saputo mantenere perfino quando, da adolescente, aveva vissuto nel lusso e nelle mollezze della corte di Istanbul» (3). Papa Nicolò V lo definì “campione e scudo della Cristianità”; Callisto III affermò che “superava nella fede e nella cristiana Religione tutti gli altri principi cattolici”.

«Nel 1459 Papa Pio II, incoraggiato dalle vittorie di Scanderbeg, decise di convocare i principi cristiani a Mantova con l’intento di bandire una crociata… La voce di Pietro non ebbe eco nei loro cuori e molto pochi furono quelli che inviarono i loro emissari per ascoltare la volontà del Pontefice. Così, nell’aprire il congresso di Mantova, Pio II affermò rattristato: “Veniamo pieni di speranza, ma temiamo che purtroppo sarà vana. Ci causa vergogna la grande tiepidezza della Cristianità. Alcuni corrono dietro i propri piaceri, altri sono vittime dell’avarizia. I turchi intanto sono pronti ad affrontare la morte per la loro dottrina, ma noi, per la causa del Santo Vangelo, non tolleriamo le più piccole difficoltà, i più insignificanti disagi”» (3). Scanderbeg più volte dovette affrontare da solo i Maomettani, aiutato dalla Madonna di Scutari, cui egli era molto devoto, e in questo modo riuscì a trionfare su eserciti ben più forti di lui. Ormai logorato dalle battaglie, morì il 17 gennaio 1468 e qualche anno dopo Scutari e l’Albania caddero purtroppo nelle mani dei Turchi.

Da Scutari a Genazzano

Ma Iddio volle che la sacra immagine venerata pubblicamente a Scutari fosse preservata in modo miracoloso dalla distruzione da parte dei mussulmani. La Madonna stessa apparve in sogno a due suoi devoti, a nome de Sclavis e Georgis: annunciò che l’immagine sarebbe andata via da Scutari prima che il Paese perdesse la fede e chiese loro di seguirla. Mentre de Sclavis e Georgis pregavano davanti all’immagine, questa si staccò dal muro, e avvolta in una nuvola bianca si innalzò in aria e si diresse verso il mare. I due devoti “coraggiosamente la seguirono” e riuscirono a distinguerla perché appariva “di giorno in forma di chiara nuvola, e di notte a guisa di una colonna di fuoco”; attraversarono anch’essi il mare “valicando a piedi asciutti l’Adriatico”, ma giunti nei pressi di Roma “disparve la Sovrana Conduttrice con loro gran cordoglio” (4). Dov’era finita? (continua)

Note

1) P. Ambrogio da Cori (detto il Coriolano), Defensorium Ordinis… fratrum heremitarum Sancti Augustini, in Storia e tradizione, Santuario della Madonna del Buon Consiglio, Genazzano, s.d., pag. 33.

2) Giovanni Scognamiglio, Madre del Buon Consiglio, Luci dell’Est, Roma, 1994, pag. 15 e ss.

3) Ibidem, pag. 17 e ss.

4) Leonardo Cecconi, Narratio historica apparitionis B. Imaginis, 1756, in Storia e tradizione, op. cit.